mercoledì 4 settembre 2013

The Bridge























Non è certo la serie più originale del mondo, anzi, ci sta un po' di The Mentalist, un po' di Dexter, un po' di Homeland, un pò Breaking Bad,  un po' di Weeds (vedi tunnel, vedi Demian Bichir) e tutto sembra già visto. Anche qui il mistero che si infittisce, gli inside job, il fatto che l'assassino alla fine sarà proprio quello che tu nemmenoavevipotutoproprioimmaginareminimamente! A questo proposito io voto per il figlio di Marco Ruiz: il suo personaggio sarebbe giustificato solo in questo caso (sono alla 4 puntata) tanto inutile e inespressivo, ma anche il collega della moglie di Ruiz, è un attore conosciuto, non può essere solo una spalla. E che dire di quello che si è scopato la detective Cross? Si quello di Beverly Hills.. troppo conosciuto per una comparsata, troppo sconosciuto per un cameo. Oppure proprio il detective Cross la cui sindrome di Asperger la porterà a sdoppiare la sua personalità per vendicare la sorella, na cosa tipo Angel Heart capito? Non ci ha mai pensato nessuno daltronde. Oppure, perché no, la segretaria del commissariato, o la mamma dell'aiutante del giornalista..insomma ormai il gioco è chiaro: tutto si fonda sul colpo di scena fregandosene totalmente di creare personaggi VERI. Ma si sti cazzi porcoddue tanto la cosa bella è alla fine riunire tutti i fili e farti dire "ma che cojone che so, ce l'avevo li e non me ne so accorto!!" Ma non temere, non sei coglione, te ne saresti potuto accorgere solo da qualche errore di sceneggiatura, perché di solito, questi colpi di scena, sono totalmente scollegati con tutto il resto, sono fini a se stessi.
Ovviamente a breve mi aspetto la morte di qualsiasi famigliare dei protagonisti. Già me lo vedo il capo degli sceneggiatori, che fa il solito briefing per trovare una nuova idea geniale, dove il giovane rampante alza la mano e conclama fiero "Ce l'ho io l'idea! Facciamo morire un parente dei protagonisti!" e giù applausi!
Comunque la serie non è poi così male, e come dice Lippi, "i cavalli si contano al palo Gionni, diceva Gessi Geis"

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